Da Asti a Castelnuovo Don Bosco, tra boschi e fortezze sulla Via Francigena
Da Asti usciamo sulla statale per Chivasso e prendiamo il bivio per Casabianca da dove si entra nella Riserva Naturale di Valleandona, Val Botto e Val Grande, un’oasi di pace e silenzio a due passi dal caos cittadino: tra frutteti, maneggi, orti e vigneti avrete modo di scoprire anche interessanti fossili marini, a riprova che un tempo il Monferrato e le Langhe altro non erano che un fondale del Mediterraneo!
Superato l’abitato silenzioso di Montegrosso Cinaglio, il sentiero si inoltra tra i boschi verso Cortazzone, uno dei paesi più caratteristici del percorso; il castello svetta come una corona sul concentrico medioevale ma la vera gemma è di fronte, sulla collina di Mongiglietto: la chiesa romanica di San Secondo, è forse il più bell’esempio di pieve campestre dell’astigiano. Gli interni con le colonne scolpite nelle forme di pesci, uccelli, conigli sono un inno alla natura, quasi una versione povera del Cantico dei Cantici di San Francesco; gli esterni straordinari sono decorati con decine di simboli di fertilità a riprova che il culto cristiano si è sovrapposto a credenze e riti più antichi.
Da Cortazzone scivoliamo nella val Camerano, conca che racchiude il borgo di Soglio (nel solido castello trovate anche un bel B&B), il paese di Camerano (anch’esso con un palazzo/castello interessante) e soprattutto il borgo medioevale di Casasco davvero imperdibile. Da Camerano scolliniamo verso Chiusano dove la chiesetta campestre di San Sebastiano vi attende tra i vigneti; arriviamo a Settime, incantevole borgo medioevale dominato dal bel castello dei Conti Roero e con l’imperdibile chiesa romanica cimiteriale di San Nicolao. Quindi scendiamo nel Golf di Asti “Il Feudo”, ricavato attorno alla storica tenuta Valdeperno, tagliamo la statale per risalire a Mombarone, dove si devono assolutamente visitare le curiose “case-grotta” vicine alla Madonna dell’Olmetto.
La strada ci riporta tra campi e vigneti verso Asti, alla Certosa di Valmanera (oggi straordinario Museo degli Arazzi) e soprattutto alla chiesetta romanica della Madonna di Viatosto da cui si ritorna in città. La variante più ampia di questo percorso prevede che giunti a Casasco si vada verso Montechiaro, notevole villa nuova di collina con le mura e la torre/ponte con golose botteghe d’antan. Da non perdere l’antica pieve di Piesenzana e soprattutto il gioiello romanico di San Nazario caratterizzato dal bellissimo campanile. Da Montechiaro si taglia per Cortanze (con un bel castello recuperato in ristorante) e quindi uscendo dalla Val Rilate raggiungiamo Piea (nel castello si tengono importanti aste di antiquariato), poi Piovà Massaia (da vedere la parrocchiale barocca) e soprattutto Cerreto minuscolo ma impreziosito dalla chiesetta di Sant’Andrea del Casaglio, altro notevole esempio di cappella campestre romanica. In faccia, separato da un bosco appena, ecco il castello di Passerano col suo borgo medioevale intatto. Saliamo quindi sulla colline di Primeglio e poi di Schierano, e infine Pino d’Asti nel cuore dei boschi di Muscandia.
Saliamo ancora fino ad Albugnano per goderci l’Abbazia di Vezzolano (al centro del progetto europeo “Transromanica”), fondata da Carlo Magno, da mille anni intatta nella sua conca. Da Vezzolano, passiamo all’altro belvedere di Berzano San Pietro per arrivare infine a Castelnuovo Don Bosco. A Castelnuovo da non perdere la chiesa cimiteriale di Sant’Eusebio e quella campestre splendida di Santa Maria di Cornareto; un must anche la passeggiata nelle strette vie che salgono alla Torre Civica. Dal paese potrete tornare ad Asti in bus.